Mia nonna diceva che un buon criterio per definire la qualità di qualcosa è quello del prezzo, ed aggiungeva… “poco pagare, poco avere”.

Era una donna che conosceva bene il valore del denaro poiché quel poco che aveva se lo era amaramente sudato.

Assieme al suo esempio di vita conservo con me moniti come questo, che non mancano di confermare la loro veridicità.

In un sito di un agricolto15e0d72c01caba73fc3707bae91fc696re siciliano che coltiva grani autoctoni, il prezzo della pasta al kg è di 5 euro e se si cerca di capire il perché, si viene a conoscenza di logiche di mercato spietate, di modificazioni genetiche vegetali, di veleni confezionati con pubblicità ad hoc.

Di una popolazione, noi, che viene alimentata come si fa con i polli da ingrasso con pasta e similari che gli ogm li conoscono da ben prima che ci si ponesse la questione, e che hanno sicuramente un altro prezzo di quello del produttore siculo.

Oggi mangiare biologico e sano se si aderisce alla logica comune del fare spesa in negozio, è un lusso per pochi. I produttori per muoversi nella qualità sono costretti a sopportare costi alti che si ripercuotono sul prezzo finale del prodotto.

Personalmente mi reco nei mercati a scovare i banchi dei piccoli produttori dove non è difficile notare la differenza con quelli vicini: ci sono tra le altre delle “erbe strane” e mancano zucchine, pomodori ed altro…

Alla mia domanda perché non ci fossero, mi è stato risposto: “non è tempo”, non è la loro stagione. Curioso no? Siamo talmente abituati a vedere e mangiare di tutto che la stagionalità nemmeno ci ricordiamborragineo che esista. A parte lamentarsi per la pioggia…

Le erbe inusuali a cui faccio sopra riferimento, sono quelle spontanee che i  campi producono in questa stagione, come l’ottima borragine la cui  grande resa mi ha costretta a cibarmene per giorni :).

Il criterio della “naturalità” andrebbe applicato a mio avviso un pò in tutti gli aspetti di vita, e per quanto riguarda gli alimenti di cui ci nutriamo magari varrebbe la pena soffermarsi un pò  di più nel cercare soluzioni alternative di acquisto e nell’informazione.

La quasi totalità dei prodotti industriali, a causa dello sfruttamento intensivo delle risorse, arrivano al consumatore privi di energia: dal latte munto da mammelle perennemente infiammate e poi “scottato” per sterilizzarlo, al pane ed alla pasta che si trasformano in colla nel nostro intestino per non parlare d’altro.

L’aria, l’acqua, il cibo, la luce, sono l’energia che ci fa vivere.

Il Prana, l’elemento vitale presente nelle nostre fonti energetiche viene assorbito e poi metabolizzato dal nostro sistema nervoso, le nostre cellule e tutti i processi cerebrali nonché la qualità del pensiero sono in prima analisi la trasformazione chimica di quello che noi introduciamo nell’organismo, ma come accade per la “stagionalità”, ce ne dimentichiamo.

 

fiore d’agliofiore di aglio