Parlare bene per vivere meglio è un’opera realizzativa che non necessita di mezzi ausiliari; è un cardine del lavoro di miglioramento personale ed ha una valenza metafisica molto forte.

L’utilizzo indiscriminato che si fa in generale delle parole, conferma che ancora oggi pochi sono a conoscenza del loro potere e delle conseguenze di un uso improprio.

Dico “ancora oggi” pensando ad esempio alle indicazioni millenarie che ci pervengono dalla saggezza del Buddha che enunciò la necessità della retta parola, del Cristo che con l’espressione “sia il tuo parlare si,si/no,no” invitò alla verità ed al controllo, ed entro nel nucleo dell’argomento riferendomi espressamente agli insegnamenti Yoga di Patanjali di cui Satya è una delle tappe per cui passa l’individuo intento al proprio miglioramento.

Satya è un termine sanscrito, lingua multivalente ricca di sfumature… e si può tradurre con: Verità. Intesa anche come la condizione naturale assoluta di cui è permeata la creazione.

Va da sè che seguire le indicazioni del Satya ci armonizza con l’universo ed accorda il nostro procedere con le sue leggi. Anche se non si segue il cammino yogico a chiunque quindi, può essere utile portare nella propria vita questa conoscenza.la-via-di-mezzo-compagnia-tiro-con-l-arco

La pratica della Verità nel Satya serve a sperimentare questa qualità dentro e fuori di sé, coltivarla permette di far combaciare desideri intimi e realtà esterna, e crea consapevolezza riguardo ciò che impedisce questa congiunzione, come i sentimenti negativi ed improduttivi.

Esercitare la modalità del Satya si può paragonare alla costruzione dell’arco che permette alla freccia del pensiero di penetrare la realtà, rendendolo concreto sul piano materiale.

Pensiero, parola ed azione attraverso l’attenzione e la dedizione a questo principio si conformano alla corrente che viaggia positivamente verso la realizzazione oggettiva di obiettivi ed aspirazioni.
Come procedere quindi?

Così come sono chiaramente deprecabili pensieri ed azioni mal fatti, altrettanto lo sono le parole negative. Sia quando danneggiano gli altri, sia quando le formuliamo verso noi stessi limitando le nostre capacità.

Prima ancora di converger5997d00ce6b3f49e39f4fbe766c33864e sull’oggetto d’elezione, la parola negativa crea una vera e propria ferita energetica nell’etere; nella sostanza cioè che permea l’intero universo.
La poetica metafora del battito d’ali di farfalla che provoca un terremoto dall’altra parte del globo, è vera anche per questo.

Si pensi anche alle reazioni che un essere umano porta con sé dopo essere stato fatto oggetto di parole negative… egli a sua volta probabilmente imprecherà, il suo umore condizionerà la vita di altri esseri e nel proseguire la perturbazione diverrà un’onda che come uno tsunami potrà manifestarsi materialmente in qualcosa di grave.

Quindi con Attenzione si fa esercizio di controllo sulle parole negative evitando di pronunciarle. Esercizio significa adottare questo procedere in modo stabile, applicandolo quotidianamente.

Questo osservare peculiare che diviene vigilanza, porta ad una consapevolezza che ci farà riconoscere  intenti e sentimenti sottostanti l’utilizzo delle nostre parole, ci potremmo così scoprire egoisti, faziosi, superficiali, rancorosi e le nostre parole non mancheranno di rifletterlo.

Con la pratica continuata dell’attenzione inizieremo a correggerci, eviteremo di perturbare ambienti e persone, troveremo espressioni alternative che nel tempo vedremo magicamente permearsi di caratteristiche prima sconosciute.

L’individuo subirà una modifica strutturale interna e sempre più i pensieri si faranno coerenti con un nuovo modo di essere, che trasporterà ad un altro livello vibratorio: la parola acquisterà il potere creativo che le appartiene.

Ci sarà sempre più gusto nel veder le parole incidere sulla realtà in modo fattivo, si diffonderà un’aria buona e si entrerà in possesso di un ulteriore plusvalore di cui tratterò nel prossimo articolo.

Vi saluto così: possa io essere libero dalla negatività della mia parola.