Oro Incenso e Mirra: l’Epifania tanto tempo fa…

Oggi è Epifania, qui a Roma i genitori porteranno i loro bimbi in piazza Navona dove la leggenda vuole abbia dimora la befana, vecchietta raggrinzita dal volto malefico che porta bei doni o carbone e che inquietava la mia immaginazione bambina. Non sono più andata, ma sicuramente le calzette con i dolciumi appese alle bancarelle  sono le stesse di sempre, a parte il popolo immigrato che le vende.

Nei bar c’è la folla vogliosa di snack ed i soliti baristi romani che sembrano farti un favore nell’allungarti la consumazione. Mentre il sole va ingrigendosi, la limitrofa Villa Pamphili presta il suo panorama sempre uguale di prati ed alberi ad improbabili ginnasti, ed espleta anche oggi la sua funzione di parco-recinto per umani.

L’oro, l’incenso e la Mirra, ieri come oggi sono prerogativa del sacro. Si chiudono nelle segrete di menti desiderose di significato e bellezza, riempiono i cuori ed i gesti di chi vibra in modo diverso.

Sono certa però che anche Franchino al Colosseo rimarrebbe affascinato dai vapori delle essenze, e che una mamma non avrebbe dubbi nel riconoscere la meraviglia di un olio essenziale, e che anche certi ragazzi intontiti dall’hashish potrebbero essere svegliati dall’acutezza di un aroma capace di penetrare anche l’animo…

L’epifania ha il significato di “manifestazione” ed allora è giusto far uscire dalla tastiera il mio piccolo tributo all’Oro all’Incenso ed alla Mirra, a dispetto della mia città, dei baristi, di Franchino e… del mio umore.

Questi furono i doni con cui il Cristo fu investito “formalmente” del suo ministero, e sintetizzano la sua natura di Re, Profeta e Sacerdote.

L’Oro racchiude simultaneamente il significato della ricchezza spirituale e materiale. E le Essenze… Le Essenze hanno le loro specifiche caratteristiche medicamentose ed un peculiare campo energetico in grado di interferire con quello umano. E’ quest’ultimo elemento che conferisce carattere di sacralità al loro utilizzo e che è preso in esame dall’Aromaterapia Sottile.

Nell’antichità questa sacralità si trasferiva dalle sale dei templi nelle case della gente, ed accompagnava le operazioni di toletta, la purificazione fisica e quella mentale, apportando nel quotidiano un plusvalore nel contempo estetico ed interiore.

L’Incenso ha un’azione terapeutica purificatrice ed antibatterica, la sua traduzione sul piano energetico è la contrapposizione alle basse vibrazioni che esorcizza grazie al suo archetipo denso di religiosità e di tensione verso il divino. Bassi sentimenti e forze contrarie vengono sonoramente toccati dal suo raggio benefico.

La Mirra ha nella sua denominazione il significato di “amarezza”. Le sue caratteristiche la rendevano idonea ad accompagnare la liturgia funebre. Il  profumo serviva a coprire il fetore della morte nei funerali, le sue proprietà antisettiche utilizzate a fine di mummificazione, e quelle analgesiche e narcotiche a sopportazione del dolore, di cui il Cristo non si avvalse quando agonizzante rifiutò la spugna imbevuta di vino frammisto a mirra.

Il terzo dono dei Magi pone l’accento sul sacrificio del Cristo per la sua gente, racconta l’amarezza dell’invidia e della persecuzione che lo condanneranno a morte, e della soavità del profumo della sua Anima Redentrice

Energeticamente quindi espleta un’azione “talismanica”, proteggendo e rafforzando il campo aurico della persona.