La Metamorfosi indica in senso lato, la trasformazione da uno stato ad un altro. Il vocabolo nella sua cornice più remota ci riporta ai miti, agli dei trasmutati nella forma, ma le sue accezioni sono numerose, anche se sempre sinonimo di cambiamento e trasformazione al grado più elevato.
Il prefisso “Mèta” conferisce alla parola un’aura mistica, una spinta verso l’”oltre” che restituisce una sensazione leggermente inquietante, anche alla luce del fatto che il termine “morfosi” basterebbe da solo a spiegare il suo significato!
C’è da perdersi nel seguire il dipanarsi del filo con cui la metamorfosi avvolge i più disparati argomenti… ma ciò che mi colpisce particolarmente per l’affinità con certi processi umani, è la sua espressione in geologia, quando le rocce pur avendo acquisito una forma solida e stabile sono sottoposte a cambiamento…
Accade infatti che le stesse -che immaginiamo placidamente adagiate sul suolo- a causa del “dinamismo” della crosta terrestre vengano spostate e trasportate inusitatamente all’interno del terreno, lì attraverso i due fattori di temperatura e pressione esse subiscono trasformazione nella sostanza e nella forma.
Da quel momento in poi esse sono delle rocce… metamorfiche, e come accenno sopra, perché possano essere definite tali, debbono essere state investite dal processo quando già solide.
Le rocce metamorfiche sollecitate agli estremi dai fattori condizionanti, possono arrivare a fondersi in… magma, e così pur in seno alla stessa stessa definizione-madre, a seconda dei vari livelli e gradi di cambiamento, acquisiscono assieme alle diverse caratteristiche, molteplici denominazioni.
Un mondo di “filladi”, “micascisti” “ingneiss” da cui l’ardesia o le quarziti, etc…
Dunque, per tornare al nostro individuale microcosmo… non definiamo “terremoti” certi cambiamenti che intervengono nella nostra esistenza?
E come accade alle rocce ben solidificate… quando essi avvengono nell’essere umano in età matura non sono ancora più devastanti? Eppure ancora una volta la Natura mostra, insegna, come questo faccia parte del nostro ciclo vitale.
Non tragga in inganno che accada alla forma minerale… Gli stessi minerali costituiscono il nostro organismo! E con non poche probabilità essi stessi non mancano di rispondere al richiamo dell’influenza tellurica del pianeta che ci ha dato vita…
Allora ciò che conta quando l’universo ci chiama ad incarnare nuova forma, è che genere di roccia siamo disposti a divenire.
Vogliamo farci divorare dal fuoco che ha consumato la nostra impresa professionale e divenire magma? La nostra fine! Anche se “concime” per gli altri…
Continuare a rotolare nel vuoto infinito lasciato dal nostro partner in un processo devastante per noi, ma misere filladi (metamorfismo di basso grado) nel panorama dell’infinito?
Oppure assecondare il processo della metamorfosi quasi mai esente dal dolore, cavalcarlo, cercare al suo interno gli strumenti per seguirlo e subito dopo comprenderlo?!
Nel raffigurare il Coaching, spesso si vede l’immagine di due figure umane in cima ad uno sperone roccioso separate da un dirupo; una aiuta l’altra a superarlo… ma anche l’immagine di un paio di sassi frantumati che scorrono l’uno sull’altro andrebbe bene; il cosiddetto metamorfismo cataclastico.
In certi casi esso genera minerali di forme ben più grandi dell’originale: Miloniti e Ultramiloniti.