Materia e Spirito sono concetti che vissuti in contrapposizione generano l’etichetta del peccatore e la cornice del santo, impedendo all’uomo di sperimentare la sua natura nella totalità, e di compiere scelte coscienti verso il bene ed il meglio per sé e per gli altri.
La contrapposizione dei concetti Materia e Spirito fa seguito ad un intendimento secondo il quale il nostro mondo fisico e quello spirituale sono due unità distinte e separate.
D’altra parte il giorno e la notte, il sole e la luna, e tutti gli opposti che confluiscono nella dicotomia che accompagna la nostra esistenza sul pianeta Terra, sembrano sancire questa polarità che si accende delle tinte più crudeli nel piano animale, dove i predatori per istinto naturale di sopravvivenza sopprimono l’animale meno forte.
Che la creazione sia imputata ad un Dio perfetto ed onnipotente, quanto ad un Dio minore/demiurgo, l’essere umano sinora se ne è fatto interprete in modo disabile mutuando come propri i livelli minori, riproducendo lo schema leone-gazzella tra umani, impiegando la sua intelligenza non nell’evolvere e nel far evolvere ma nell’imporre la forza e nel perpetuare divisioni.
Per secoli l’uomo anche attraverso il pensiero religioso di diversa matrice, ha separato i concetti di materia e spirito macchiando sia l’uno che l’altro con processi intellettuali e d’azione viziati all’origine che lo hanno visto protagonista nel discriminare il suo stesso ceppo, nell’imporre con concili ecclesiastici ad hoc cosa fosse fruibile per la massa e cosa no, nel consolidare il potere del danaro salvo poi stigmatizzarlo in una visione di “male” affinché i più se ne tenessero lontani.
Io stessa come gran parte dell’umanità, sono stata vittima di ingiustizie per via di questi paradigmi mutuati finanche dal dna familiare, ed ho sofferto terribilmente e virtuosamente aspettando di bypassare una vita che sarebbe stata degna del paradiso.
Tuttavia l’Universo che è madre/padre di ognuno, chiama a raccolta chi è suscettibile di produrre qualcosa di utile per il processo vitale – a volte anche con sonore e ripetute lezioni di non facile interpretazione come perdite e mancanze -, ed oggi sono finalmente qui con la mia professione a rispondere compiutamente all’appello.
Questa “chiamata” è codificata all’interno di ognuno di noi, è insita nella materia che ha attratto sul suo piano la nostra nascita; è assieme Spirito e Carne. Essa attiene ai nostri peculiari desideri, alle nostre attitudini personali che in molti casi sono nascoste nei recessi dell’animo, costrette nei limiti di una morale funzionale solo per chi l’ha creata, adagiate in una visione mortifera che fissa nei cieli il riscatto di un’esistenza resa inespressiva.
Siamo prossimi al 2015, la scienza ha chiarito il concetto che l’antica saggezza spirituale non ha mai mancato di trasmettere: la materia è energia, luce, Spirito, Essenza. La solidità del nostro mondo fisico che gli occhi vedono e le mani toccano, è un aspetto della realtà, non l’unica realtà, l’altro aspetto è miriadi di particelle/onde incessantemente fluttuanti, presenti nella roccia come nel nostro corpo, spazi enormi che costituiscono “cose”.
La chiamata ad essere, dare e ricevere, è qui ed ora, tra le sventure che incitano ad una risposta superiore ed i risultati di interazioni curative energetiche, nel cielo azzurro che ci sovrasta e nel danaro che conferisce colore alla vita, poiché tutto è costituito dalla medesima sostanza.
E’ necessario ripulire la mente da luoghi comuni deleteri per non esserne vittime. Sperimentare la globalità dell’esistenza in prima persona e poi scegliere coscientemente ciò che è bene, per tornare a vedere la sacralità della materia ed assaporare i risultati concreti e magici che è in grado di restituire.