La locuzione “libertà di espressione” ci fa subito pensare alla castrazione verbale e fisica di regimi fondamentalisti o totalitari, ma converge su uno stato di fatto più semplice e nel contempo più profondo di questa subitanea interpretazione.

La scienza conferma quanto le dottrine spirituali da secoli insegnano, e cioè che le manifestazioni oggettive della realtà che in quanto tali si danno per scontate, risultano invece essere il frutto individuale di meccanismi psichici umani che riuniti sulla griglia di un’impostazione dati condivisa, restituiscono una visione univoca.0a01af1738ca10c6ca50d9090c8d79eb

Il cervello filtra immagini ed avvenimenti a seguito di uno “schema mentale” acquisito sin dalla tenera età, da lì nascono anche i concetti di “giusto” e “sbagliato” ed una morale che in molti casi si spinge oltremodo, imbrigliando l’espressione del singolo che si trova “naturalmente forzato” ad adattarsi alla visione generale ed al modus vivendi della società.

Questa è già di per se mancanza di libera espressione, o comunque deviazione della stessa, ed apparentemente non ci sono stati dittatori ad imporcela… Secoli dopo secoli la progenie dell’umanità ha ricevuto gli stessi principi comportamentali ed essenziali, e chi se ne è in qualche modo sottratto non ha mancato di pagare il prezzo del rifiuto dei più.

Se guardiamo alle testimonianze artistiche, o alle innovazioni apportate in diversi settori della vita, spesso sono state prodotte da individui che sono usciti dallo schema sociale, persone non propriamente adattate alle regole comuni.

Mi vengono in mente Ca99a98a17bf966de33c6f9038073e38baravaggio, Wilde, Bukowsky, Van Gogh, Ligabue, Tesla, e molti altri. Non ultimo Albert Einstein che ha dedicato la vita alla scienza ed ha le “macchie” di non essere stato un buon scolaro o un buon padre di famiglia e marito!

Artisti e uomini d’ingegno che hanno pagato con sofferenza il prezzo della non conformità e che in molti casi successivamente alla loro scomparsa sono stati riabilitati. Eh si… la mentalità generale può accettare l’opera d’arte solo con su stampigliato l’ok del sistema, e quello è più facile apporlo quando il personaggio è fuori dallo sguardo e non più soggetto al randello dei censori.

Gli stessi che quando i valorosi personaggi sono in vita impiegano il loro tempo a giudicarne negativamente l’operato e che successivamente sono pronti a riabilitarlo a gran voce.

Oggi l’evoluzione umana sta strappando pezzi importanti da questa tela precostituita. La tecnologia ha aperto nuovi orizzonti, e sta modificando in modo importante l’assetto mentale dell’uomo che sta prendendo coscienza in modo definitivo di una possibile realtà altra.

Lo sconforto terribile che attraversa tutti noi in modo maggiore o minore, è dato dal maglio del sistema che non agisce più in modo selettivo costringendo le classi sociali a stare al loro posto, ma pressato dal ribollire generale di un’insoddisfazione atavica arrivata ai minimi termini, batte all’impazzata in tutte le direzioni facendo mancare i diritti primari del lavoro e della casa e tassando il respiro della gente, e lo fa non con persone prive di istruzione come i nostri avi contadini, ma con persone informate e formate, con i figli degli anni 2000!

La via per sopportare questa condizione senza soccombere ed anzi agire in modo costruttivo, è quella di lavorare sempre più sull’ampliamento della nostra visione della realtà, non ricadere nell’errore del giudizio tout-court ed elevars2029355415395becc14578ab2bb4ed8bi al di sopra di questo panorama utilizzando facoltà insite in noi di matrice divina, che nessun sistema può schiacciare.

Una di queste è l’immaginazione. Non il sogno fine a se stesso, quello che ti fa vagare per lande meravigliose e ti lascia l’amaro in bocca dell’impossibilità di realizzazione, ma l’immaginazione!

Una facoltà che direziona il sogno su rotaie reali, riesce a costruire ponti di vero acciaio su cui farlo scorrere e tappe e mete da contestualizzare nella vita di tutti i giorni.

Nel prossimo post parliamo meglio dell’immaginazione e di come può concorrere alla formazione della realtà oggettiva.

il vero segno dell’intelligenza non è la conoscenza, ma l’immaginazione“. A. Einstein