L’esperienza spirituale che scaturisce nella consapevolezza di formare con gli altri esseri un’ente unico, la si trova spesso descritta in termini di grande benessere.
Lo stato di unità/continuità confluisce nelle parole di chi l’ha vissuto, in un benefico vissuto intimo di non-separazione dal resto del creato e raramente questo viene trasposto come esperienza inquietante o disagevole.
Ma se non ti trovi ad un incontro preposto allo scopo, se questo avviene per una involontaria “forzatura” degli schemi mentali, o semplicemente perché così doveva avvenire… Ci si può ritrovare in uno stato di non-mente che non definirei così positivamente estatico.
Un vuoto teoricamente impossibile da provare se pensiamo alla miriade di pensieri che in un wilde web accelerato ci percorre continuamente, e che invece si può produrre.
In quel vuoto la prima verità che appare è che l’Io non c’è più e nella sua sparizione si comprende veramente cosa è l’ego! La struttura della personalità che porta il nostro nome, quella che crede in certe cose, non crede in altre, opta per un abbigliamento piuttosto che per un altro, sposa idee e crede in talune cose, insomma “noi”!
La si riconosce come tale proprio perché… scompare!
Si sta lì vivi e mezzi morti al contempo, mentre quasi non si riesce a comprendere chi è che sta provando quello zero che nel corpo fisico si traduce in ondate di vibrazioni elettriche al limite del sopportabile.
In quello spazio non più occupato dalla pseudo-centralità che conoscevamo come “Laura” o “Giorgio” si ha l’accesso ad informazioni per me intraducibili sul piano logico se non utilizzando espressioni come: avere un “faccia a faccia con gli archetipi dell’inconscio collettivo”, “risiedere in uno stato di coscienza espanso dove si ha la certezza di stare vivendo il pensato di altre persone”, e cosa oltremodo impattante, realizzare che il Dio che pregavi sei tu, non è solo “dentro di te” ma te stesso, e quello che vedi attorno è una tua creazione.
“Sai” che persino l’opera di pittura delle strisce pedonali eseguita da poco è dipesa da te.
Riproduci all’istante ciò che più ti prende il cuore e se questo ha sposato l’immagine di un uomo in particolare, come nel mio caso, ti ritrovi a clonare individui del tutto simili a lui che ti circolano attorno.
In questo che è un film reality dei più duri da vivere, non è mancata la certezza istantanea dell’eternità dell’essere. Per me un raggiungimento inquietante e divertente assieme…
Oltrepassare la dimensione di vita normalmente percepita attraverso i sensi, mette anche davanti ad un’altra verità poco illustrata in questi ambiti; la solitudine dell’Ente Creatore, ed il peso del lavoro di ricondurre gli infiniti pezzi dell’umanità nel mosaico d’origine.
Tornando da questo viaggio infero-paradisiaco dentro il mio nome e cognome, ho dato forma al mio contributo con la mia professione di Terapeuta Energetico dove do il mio apporto di verità senza la preminente necessità delle parole, e trasmetto con i fatti la possibilità di tornare a riconoscere ed impiegare la facoltà divina di creatori ed artefici delle nostre vite.