L’esperienza spirituale è quanto di più difficile da rendere. Molti ci provano ed alcuni ci riescono utilizzando… le parole! Questi ultimi sono bravissimi.

Le parole esistono per la descrizione della realtà come la conosciamo ma non possono essere sufficienti per descrivere l’esperienza spirituale che concerne  il suo aspetto meno visibile. Tuttavia rimangono il mezzo principe dell’espressione, e con la coscienza della loro e mia limitatezza provo ad usarle con leggerezza…

C’è uno stato dell’essere in cui nel cammino verso la comprensione di noi stessi e del mondo circostante, si sperimentano e quindi si sanno, molte cose.  Se c’è una sofferenza in questo stadio, è quella di non trovare anime che possano condividere lo stesso stato evolutivo. Il proposito di “insegnare” ed informare gli altri copre questa mancanza; ci si considera individui ricchi e speciali e qualche stupido assieme a qualche intelligente burlone sulla via (adulatori e veri risvegliati che testano la loro capacità di penetrazione) , rafforzeranno questa nostra immagine individuale.tarocchi peanuts

La mission in realtà è ancora trainata da un ego molto forte, ma tutto sommato questa idea che abbiamo di noi assieme al disagio esistenziale di vivere tra “i profani”, crea un mix prolifico di arroganza, sensibilità, desiderio di elevare gli altri, che condito con orientamento spiritual-essential nutre la propria vanità ed aiuta a sopportare la mancanza di reale condivisione, regalando anche qualche soddisfazione.

C’è un’altro stato dell’essere in cui si compie il salto e si supera la condizione evolutiva precedente, di per se già ottimale anche se con qualche umana defezione.

Abbiamo continuato imperterriti ad andare a caccia di farfalle nei prati dell’infinito ed il nostro retino è pieno di esperienze visibili ed invisibili.

Per questa dilettevole (alla nostra individuale natura) e dura attività, è probabile che abbiamo sacrificato molte cose e che la nostra vita non manifesti risultati materiali oggettivi, pur significativa e risplendente del percorso sin allora condotto.

Qualcosa di importante “non quadra”.

Se siamo “fortunati” un c269b823d15925aec2807db1534ccfb3evento clou taglia il retino acchiapparfalle: l’amico che si pasceva dei nostri contenuti emigra per altri lidi, il lavoro ci abbandona o un amore a cui ci eravamo ancorati sparisce. O tutte queste cose insieme!
Non solo per il foro nella rete… ma per un forte vento inaspettato, tutti i nostri conseguimenti vengono spazzati via e noi con loro, le farfalle volando di sghimbescio tornano a volteggiare libere. Il nostro retino è vuoto.

Intorno la desolazione ci lambisce. Senza le nostre verità quasi inafferrabili non siamo più niente, anche perché nel frattempo realizziamo che i riferimenti materiali ai quali in passato non abbiamo dato importanza in effetti… non esistono!

Non c’è il lavoro sul quale riversare eventuali frustrazioni e nemmeno i suoi pur miseri introiti, né l’amore che ci rendeva sopportabile la monotonia del quotidiano con un velo d’illusione, non c’è nemmeno il tetto che ci riparava dalle intemperie meteo ed umane…

Ora la mente non ha più credenze e si ritrova attonita ad “ammirare” lo zero.

L’ego ha deciso di seguire l’ex amico intelligente-burlone a prendersi un gelato, e ciò che rimane è la coscienza di essere senza-mente.

In questa terrificante condizione accade l’inaspettato…