Può il Guaritore svolgere la sua funzione imparandola nei corsi di formazione?
Vi sono oggi tanti metodi volti al miglioramento della persona, che si esprimono utilizzando il principio energetico alla base dei processi vitali dell’essere umano, alcuni lavorano espressamente sulla parte psichica, altri su quella fisica e nel migliore dei casi su entrambe.
Corsi di formazione per guaritori ce ne sono molti ed ognuno ha il suo specifico orientamento. E’ nell’ordine delle cose che chi voglia operare sul campo energetico di un individuo in qualità di Terapeuta Energetico, sappia come è strutturato, che tipo di forze sono in gioco e che genere di riscontri si debbano avere per favorire il benessere e la realizzazione altrui; così come è lecito che chi decida di usufruire di questo tipo di servizi alla persona, voglia comprendere di cosa si tratti e si rifaccia alle competenze certificate dell’operatore.
Tuttavia non si può dimenticare che in questo ambito si lavora con ed attraverso l’energia umana che è alla base del corpo fisico, ma anche dei processi invisibili della psiche e della coscienza. Dunque cosa è che rende possibile ad un individuo interagire coscientemente con il suo simile a fini di guarigione? E’ l’operatore che possiede un “dono” o è la formazione che fa di lui un buon professionista?
La risposta potrebbe calcare quanto si sente dire spesso, riportando pedissequamente contenuti peraltro condivisibili, quali: un dono naturale, una maggiore ampiezza del campo magnetico del guaritore, una capacità percettiva molto fine, volontà concentrata al servizio della migliore emissione energetica, lo studio etc.
Per mia esperienza personale considero quanto sopra espresso, aspetti esteriori di un processo profondo in cui l’anima, spesso dopo aver superato traversìe degne di Ulisse, riconosce se stessa anche attraverso la ragione, e diviene possibile trasportare sul piano fisico i suoi raggiungimenti.
Questa affermazione può trovare ulteriore chiarimento in tradizioni di pensiero spirituali-esoteriche come l’Alchimia in cui il processo è denominato “costruzione del corpo di gloria” o nel “disvelamento della Merkaba” secondo il procedere degli iniziati dell’antico Egitto, ad indicare il compimento di una fondamentale parte del lavoro su stessi: l’emersione di un nucleo la cui facoltà di espressione è direttamente collegata alla Sorgente Creatrice, l’anima per l’appunto.
Vivere con Anima così come riporto, è diverso dalla comune accezione dell’essere “buoni” o compenetrati dal sentimento, ma vuole significare un ritrovato raccordo tra noi e lo Spirito ed una consapevolezza costante di questo nostro collegamento.
E’ in questo modo che ogni nostro atto diviene “magico” ed in grado di produrre valore.
E’ questo un processo che i tempi attuali richiedono sia svolto nel minor tempo possibile, poiché vi è la suprema necessità di essere felici nell’esprimere se stessi, senza per questo provocare scompensi al prossimo o all’ambiente, che puntualmente ritornano con i loro effetti distruggendo quanto malamente costruito.
Noi siamo la molteplice espressione di un’Unica Energia. Quando questa verità è patrimonio dell’anima e non solo dell’intelletto, ecco che in un certo senso non siamo più coloro i quali compiono delle azioni, ma l’Azione stessa naturalmente informata verso il bene, come quella della Guarigione.