Accadeva tempo fa… Un dolore senza spiegazione cominciò a salire piano piano alla bocca dello stomaco. Non si trattava di bruciore, ma di vero e proprio dolore.

Da lì ai giorni successivi sarebbe aumentato implacabilmente. Io che non vado soggetta facilmente a febbre me la ritrovai a 40° ed ero  impossibilitata a respirare, poiché ad ogni inspirazione una lama di metallo sembrava scendere sullo stomaco.cyborg

Ricordo che pensai che il mio corpo stesse subendo una qualche mutazione. Ci fu il ricovero ospedaliero e l’immediato monitoraggio continuato del cuore, furono eseguite le dovute analisi ma tutto risultava nella norma. Il dolore era sempre presente e possente.

Rammento il senso d’impotenza e frustrazione dinanzi a domande del corpo medico che non avevano senso… La febbre era scesa di poco nonostante i farmaci, quando mi dissero che l’unica cosa che rimaneva da fare era una gastroscopia. Mi rifiutai di rimanere in condizioni ospedaliere che non sto a descrivere e piegata in avanti con una mano sulla stomaco, firmai e andai via.

La gastroscopia la feci privatamente e rilevò un consistente travaso di bile di cui non c’era nessuna spiegazione medica: lo stato funzionale di tutti gli organi era nella norma. Però mi venne proposta una bella terapia a base di farmaci…

La medicina allopatica (tradizionale) e la scienza, hanno in comune il fatto che l’oggetto d’indagine deve essere conclamato ed allora può essere oggetto di cure. Le cause però spesso risiedono su altri piani dell’essere e per acciuffarle necessita di spostare l’attenzione su ciò che non è visibile.

La mia vita ad esempio, non è stata esente da eventi dolorosi di grande portata e quello che stava accadendo in quel preciso momento aveva un peso minimo rispetto al passato, ma fu una delle classiche gocce che fanno traboccare il vaso: un’amica che consideravo una sorella mi stava tradendo nel modo più infimo, stavo affrontando un forte cambiamento di vita e nel contempo ero coinvolta in una formazione di studi stressante. Rammento che giorni prima del dolore fisico, uno stato di tristezza profondo mi aveva invasa…

Ulteriori indagini mediche non portarono a nulla ma ebbi conseguenze per mesi, durante i quali cercai risposte documentandomi ed approcciando anche in modo fisico al mondo energetico-spirituale sino ad allora esplorato a fini di lavoro interiore.

Trovai allora che l’antica Grecia di Ippocrate tenendo in prima considerazione il rapporto psiche-organismo, differenziava la tipologia umana secondo la sostanza chimico-organica che gli stati d’animo inducevano nell’organismo (bile nera, bile gialla, flegma, sangue) e le relative disfunzioni che si venivano a creare per eccesso o difetto.

Questo approccio alla malattia anche se in forma diversa, lo possiamo ritrovare nell’antichissima medicina ayurvedica con i dosha Vata-Pitta-Kapha.

Seppi così che la parola “bile” deriva dalla traduzione della parola greca melas/melanos = nero + cholé = bile, cioè bile nera. Era chiaro che il mio stato psicologico aveva indotto quell’eccesso di produzione chimica nel  corpo con tutta la conclamata manifestazione…

In un futuro questa verità l’avrei consolidata con mano quando una malattia ben più grave avrebbe coinvolto un mio vicinissimo familiare, le cui cause sono fortemente propensa a credere siano ricollegabili a forti traumi emotivi vissuti.
Non sempre possiamo avere elementi validi a cui ricondurre la patologia, ma sempre essa ha una correlazione con la psiche: il nostro sistema vitale è tale proprio perché ogni sua parte -dalla più piccola alla più grande- è in continua relazione.

cervelloQuando la salute è alterata i circuiti elettrici dell’organismo modificano in negativo il loro assetto. Si verificano parziali interruzioni, eccessi e/o diminuzioni che possono sfociare in patologie conclamate o prima ancora incidere sulla psiche e condizionare malamente pensieri e ragionamenti.

Questo è oltremodo deleterio perché si va ad alterare il flusso delle molecole mediatrici biochimiche come la serotonina, la dopamina, la noradrenalina con ripercussioni sulla facoltà di concentrazione, la capacità di provare gioia e motivazione, la flessibilità nel movimento fisico, e molto altro.

Oltre l’assunzione dei preparati medici cui a volte si è costretti a ricorrere, si rivela importante la complementarietà della Pranoterapia che interviene nei profondi processi elettro-energetici del campo sottile dell’individuo che sono alla base delle dinamiche originarie nascoste. L’azione riequilibrante che essa svolge permette di vitalizzare parti compromesse, di placare stati infiammatori, di ristabilire la circolazione energetica delle sostanze utili al benessere.

Nei prossimi articoli sarà interessante conoscere qualcosa di più sulla sua azione e sui disturbi in cui si rivela particolarmente efficace.